Tavola cronologica

1696 – Napoli 31 ottobre
Nasce Giulia Crostarosa, che viene battezzata il giorno dopo nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe. Riceve i nomi di Giulia, Marcella, Santa. E’ la decima di 12 figli. Il padre, Giuseppe, è un noto magistrato di Napoli; la madre, Sig.ra Paola Battistini, fa parte della nobile famiglia dei Caldari.

1706 – Napoli (a 9 anni)
Tappa di frivolezze.

1708 – Napoli -19 marzo
Conversione. Si confessa da un Padre domenicano, al quale chiede che le insegni a fare "orazione mentale". In questo periodo ha la prima visione interiore: – costato aperto di Cristo -, che le produce uno stato di raccoglimento che le dura 2 mesi. Ad undici anni: Prima Comunione. Prime illustrazioni sul suo cammino ad imitazione di Cristo.

1712 – Napoli febbraio o marzo
Prende per direttore spirituale un giovane sacerdote del clero della Cattedrale di Napoli. Conserva questa direzione per due anni, contro l’opposizione della madre. Impara a scrivere per via carismatica per dargli conto di coscienza.

1714 – Napoli
Si pone sotto la direzione di Don Bartolomeo Cacace delle Missioni Apostoliche di Napoli.

1716 – Napoli
Fa voto di castità e riceve l’autorizzazione a comunicarsi quotidianamente, contro le correnti giansenistiche.
Napoli dicembre
Per soddisfare la sua sensibilità conferisce con l’antico giovane direttore. Comincia la sua "Prima prova" (perdita della consolazione divina).

1717 – Napoli Sabato Santo
Al Gloria della Messa di Pasqua termina la prova.

1718 – Marigliano dopo il 17 aprile
Entra nel monastero Carmelitano di San Giuseppe e Santa Teresa di Marigliano, con la sorella Orsola, maggiore di lei. Più tardi vi entra anche una terza sorella – la minore – di nome Giovanna.
Marigliano – 21 novembre
Comincia il noviziato. Riceve il nome di Sr. Candida del Santo Deserto.
La sorella Orsola riceve il nome di Sr. Illuminata, mentre l’altra sorella Giovanna quello di Sr. M. Evangelista.

1719 – Marigliano – luglio
Ancora novizia è nominata Rotara, portinaia e Ascoltatrice. Per queste nomine si solleva una piccola persecuzione. Scrive le Sette Regole dei doveri religiosi: è la prima espressione scritta della sua spiritualità Cristocentrica.
Marigliano – 21 novembre
Professione religiosa.

1720 – Marigliano – maggio
E’ nominata ufficialmente Maestra delle Novizie.

1721 – Marigliano – maggio
E’ nominata Sacrestana. In questo periodo ha le prime notizie sulla sua futura missione.

1722 – Marigliano – maggio
Nuovamente nella carica di Maestra delle Novizie e delle educande.
Marigliano – inverno
Conosce il P. Tommaso Falcoia dei Pii Operai, in occasione della missione di Marigliano.

1723 – Marigliano
Le imposizioni della duchessa Isabella Mastrilli, nel cui feudo rientrava Marigliano, rendono impossibile la vita del convento. Il vescovo di Nola, mons. Carafa consiglia la dispersione delle monache. M. Celeste scrive al Falcoia, chiedendogli aiuto e ponendosi sotto la sua direzione.
Marigliano – 17 ottobre
M. Celeste e le due sorelle, rilevate dai parenti, lasciano Marigliano e rimangono tre mesi nella villa paterna di Portici.

1724 – Scala – 27 gennaio
Le tre sorelle vengono ammesse nel monastero visitandino della Immacolata Concezione di Scala.
Scala – 9 febbraio
M. Celeste riceve l’abito della Visitazione e cambia il nome da Sr. Candida in Sr. Maria Celeste del Santo Deserto. Inizia il noviziato sotto la direzione di Sr. M. Angela del Cielo.

1725 – Scala – 25 aprile
Prima rivelazione: annuncio generale del nuovo Istituto (La vita di Cristo si imprime in lei per unione non corporale delle mani, piedi e costato di Cristo).
Scala – Pentecoste
Sr. Maria Angela invia al Falcoia una relazione sull’accaduto.
Scala – Corpus Domini
Seconda rivelazione: si precisano i dettagli sullo spirito, l’abito e le regole dell’istituto. Le Regole devono essere scritte in 40 giorni, dopo la Santa Comunione.
Scala – 30 giugno
Lettera di Falcoia, che ordina di bruciare le Regole (che ancora non aveva letto) e priva della Santa Comunione M. Celeste.
Napoli luglio
Falcoia sottomette le Regole ad un gruppo di teologi di Napoli, che l’approvano come opera di Dio. Falcoia ritratta gli ordini dati.
Scala – settembre
Falcoia ed il suo superiore maggiore P. Filangieri vanno a Scala per proporre alla Comunità (che non era stata ancora informata) il cambio delle Regole.
Scala – fine anno
Il Filangieri, istigato dalla superiora Sr. M. Giuseppa e da altre 2 monache, inizia un’appassionata opposizione contro le nuove Regole, approvate dalla comunità.
I fatti più notevoli sono:
– proibizione al Falcoia di visitare Scala
– promessa di aiuto economico in cambio dell’abbandono della direzione del Falcoia e minaccia dell’espulsione di M. Celeste;
– incarceramento di M. Celeste, durato 15 giorni, nella soffitta del convento.
Il progettato cambio della Regola attende giorni migliori.

1726 – Scala 28 dicembre
M. Celeste rinnova la sua professione sotto la Regola della Visitazione.

1730 – Scala – 27 febbraio
Con la morte del Filangieri cominciano a scomparire gli ostacoli. (Nella successiva primavera il Falcoia è nominato vescovo di Castellammare di Stabia).
Scala – settembre
Primo incontro di M. Celeste ed Alfonso de Liguori. Costui, inviato da Falcoia, va per predicare gli esercizi ed investigare e dare il suo giudizio sulle rivelazioni. Alfonso riconosce l’opera di Dio.

1731 – Scala – febbraio-marzo
S. Alfonso ottiene da mons. Guerriero l’autorizzazione orale per stabilire la nuova Regola.
Scala – 2 maggio
Assemblea capitolare che approva il cambio della Regola, Abito ed Istituto.
Scala – 13 maggio
Tutte le religiose ratificano e organizzano la loro vita monastica secondo le nuove norme o linee generali della Regola, che ancora non si stabilisce. M. Celeste, per ordine di Falcoia, scrive per la seconda volta le Regole.
Scala – 6 agosto
Si cambia l’Abito e il nome dell’Istituto: Religiose del SS. Salvatore.
Sr. Maria Celeste adotta il nome di Sr. Maria Celeste del SS. Salvatore.
Scala – 3 ottobre
M. Celeste riceve la prima rivelazione del ramo maschile e le viene indicato Alfonso dei Liguori come capo di questo ramo.
Scala – 4 ottobre
Successiva rivelazione: primo abbozzo dello spirito e carattere missionario dell’Istituto maschile. M. Celeste invia relazione dei fatti al Falcoia.
Scala – novembre
Incontro di M. Celeste con Alfonso per comunicargli i piani di Dio su di lui.

1932 – Scala – metà dì aprile
Muore mons. Guerriero. Preoccupazione a Scala: il permesso del cambiamento era stato dato solo a voce.
Scala – 9 giugno
Antonio M. Santoro è il nuovo vescovo di Scala.
Scala – agosto
Alfonso si mette sotto la direzione di Falcoia. Indirettamente affida a questi il comando assoluto del nascente Istituto.
Scala – 9 novembre
Nella foresteria del monastero di Scala si inaugura il ramo maschile.
Scala – 28 novembre
Silvestro Tosquez, amico di Falcoia e devoto di M. Celeste, ottiene da Mons. Santoro, Vescovo di Scala , suo amico, il "decretum laudis", che approva le Regole del nuovo Ordine.

1733 – Scala – gennaio-marzo
Inizia la "seconda prova" di M. Celeste, conseguente al timore nascente nel suo animo, a seguito di dubbi e delle insinuazioni di uomini di cultura, rappresentativi della fede e degli stessi suoi amici, circa la validità e veridicità della rivelazione. Mons. Santoro ritira il decreto ma permette che il monastero continui a condizione che il Falcoia scriva le Regole. M. Celeste abbandona la direzione spirituale dì Falcoia. Clima di persecuzione intorno a lei (dubbi, minacce e carcere), tutto guidato dal Falcoia. Viaggio di Alfonso a Scala ma non può conferire con M. Celeste perché malata. Corrispondenza fra i due.
Scala aprile
La sorella minore M. Evangelista manifesta la sua decisione di abbandonare il monastero di fronte alla intollerabile situazione di sua sorella. Viaggio a Scala di Giorgio Crostarosa (fratello di M. Celeste) per informarsi sulla situazione. Falcoia si precipita a Scala.
Scala – 14 maggio
sotto la pressione di Falcoia si riunisce il Capitolo che decide l’espulsione di M. Celeste, avendo ella rifiutato di accettare le condizioni imposte (in verità una sola delle condizioni: considerare sue le Regole scritte dal Falcoia).
Scala – 25 maggio
Il fratello di M. Celeste sporge querela davanti al notaio contro le religiose e contro i vescovi di Scala e Castellammare per aver "espulso" le sue sorelle, contro la loro volontà e senza restituire loro la dote. Le tre sorelle Crostarosa lasciano il convento. Indossano abiti prestati dalle Benedettine.
Amalfi fine maggio
Nella foresteria del convento della SS. Trinità di Amalfi rimangono 10 giorni.
Pareti (Nocera dei Pagani) – giugno
Sono accolte nel convento dell’Annunciazione in Pareti vicino Nocera. Giunte per 3 mesi rimangono più di 2 anni al comando del vescovo, che nomina M. Celeste superiora, per riformare il convento. Tosquez consegna a M. Celeste una copia delle Regole, a suo tempo reclamata ed ottenuta dal Falcoia per conto delle monache di Scala, e dà danaro sufficiente per vestire nuovamente l’abito del SS. Salvatore.
Scala – 18 giugno
Mons. Santoro torna sulla sua decisione e permette alle monache di Scala la professione conforme alle Regole del S. Salvatore, che si stavano osservando.
Pareti – M. Celeste prende come direttore spirituale Don Bernardino Sommandico, rettore del seminario di Nocera.

1735 – 7 novembre
Celeste lascia Pareti per fondare un monastero del SS. Salvatore in Roccapiemonte a 5 km. da Nocera. Qui fonda il Conservatorio Materdomini, dipendente dalla Badia di Cava dei Tirreni.
M. Roccapiemonte – 28 novembre
Presenta alla Badia di Cava il testo delle Regole per l’approvazione.

1737 – Roccapiemonte – 29 giugno
Termina la « seconda prova ». La durata è stata di 5 anni.
Roccapiemonte – 7-18-23 luglio
Per incarico del vescovo di Scala, l’abate di Cava, don Placido Apuzzo prende la dichiarazione delle sorelle Crostarosa per il processo contro Tosquez indetto dal S. Uffizio. Il Tosquez era sospettato di tendenze quietiste: fu dichiarato immune da errore. Mons. Falcoia è ritenuto il responsabile di questo sospetto, che aveva seminato in Roma in un suo viaggio del febbraio 1737.

1738 – Troia – 17 gennaio
Mons. Fraccoli, vescovo di Troia, concede la bolla per la fondazione di Foggia, proposta dal Can. Tortora.
4 marzo
Partenza da Roccapiemonte.
Foggia – 6 marzo
Giungono a Foggia M. Celeste e la sorella maggiore Sr. M. Illuminata per fondare il nuovo monastero. La sorella minore, Sr. M. Evangelista va nel convento di S. Croce dell’Aquila, città originaria della famiglia Crostarosa.
Foggia – 9 marzo
Inaugurazione del monastero. Occupano provvisoriamente i locali del collegio dei Gesuiti di Orta.

1739 – Foggia – 4 ottobre
Trasloco al proprio monastero. (Attualmente abbattuto per far sorgere il nuovo palazzo di città – Municipio).

1742 – Foggia – 26 marzo
Le prime novizie (5 coriste e 3 converse) prendono l’abito del SS. Salvatore.

1745 – Foggia – dicembre
Durante la missione a Foggia, Alfonso incontra M. Celeste.

1749 – Roma – 25 febbraio
Breve "Ad Pastoralis dignitatis fastigium" che approva le Regole e Costituzioni del ramo maschile, sotto il titolo della Congregazione del SS. Redentore.

1750 – Roma – 8 giugno
Breve "In supremo militantis Ecclesiae solio" che approva l’Ordine del SS. Redentore.

1755 – Venerdì 14 settembre: festa dell’Esaltazione della S. Croce
Muore Sr. Maria Celeste Crostarosa mentre il confessore P. Nicola Lombardi pronuncia il "consummatum est" della Passione secondo S. Giovanni, che lei stessa aveva chiesto le venisse letto, dopo aver ricevuto un’ultima assoluzione e l’Olio degli Infermi.

1901 – Roma – 11 agosto
Il Sommo Pontefice Leone XIII riconosce l’eroismo delle virtù della Serva di Dio, Sr. Maria Celeste Crostarosa, dichiarandola “Venerabile".


Non tutte le date sono incontestabili. Anche quelle indicate dalla stessa M. Celeste nella sua autobiografia sono in parte errate. E’ evidente che la Venerabile non scriveva per la storia e che alcuni errori possono attribuirsi al diverso tempo trascorso tra i fatti avvenuti e la redazione degli stessi.
I fatti di Roccapiemonte nell’autobiografia sono riferiti come avvenuti in Pareti o Nocera. Ciò si spiega con il giuramento di segreto che il processo contro Tosquez impose alle tre sorelle Crostarosa; forse anche per il forte, intimo desiderio di M. Celeste di dimenticare quell’esperienza. Per lei, Roccapiemonte non è mai esistito.